Omicidio Pamela. Avvocato: “Il procedimento riguardo gli altri due che avrebbero avuto un rapporto sessuale con Pamela non è potuto andare avanti perché manca la querela, ma…” – Agenpress
27 Gennaio 2023
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AgenPress. L’avvocato Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela Mastropietro (la diciottenne uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli su Cusano Italia Tv.
Riguardo gli altri due uomini (oltre a Oseghale) che avrebbero avuto rapporti con Pamela Mastropietro. “Loro due, quelli del giorno prima – ha affermato Verri – erano stati denunciati per violenza sessuale, solo che il procedimento non è potuto andare avanti perché mancava la querela che doveva fare solo Pamela, ma come faceva Pamela a sporgere querela se il giorno dopo è morta? Un difetto normativo che abbiamo chiesto più volte venisse colmato e purtroppo però ad oggi siamo rimasti inascoltati”.
Riguardo all’andamento del processo. “Tra poco saranno 5 anni e dopo 5 anni ci si trova a discutere se Pamela sia stata oggetto di violenza sessuale oppure no. Ci si domanda come si possa pensare che Pamela non abbia subito violenza sessuale. È necessario ricordarlo, la gente a volte è mal informata anche per causa degli organi di stampa. Pamela è stata uccisa con coltellate, dissanguata, fatta a pezzi, lavata con la candeggina e lasciata sul ciglio di una strada. Il carnefice è stato condannato in 2 gradi di giudizio, la Cassazione ha messo in discussione la violenza sessuale. Ci siamo scordati che lei aveva assunto eroina. Due sentenze del merito accertano quello che è successo. Perché i genitali sono stati lavati con la candeggina se non per nascondere la violenza? È normale che di fronte a logica e evidenza processuali, per i genitori star ancora a discutere se si sia trattato di violenza sessuale, logora.
Spiegare tutto quello che si sta passando solo a parole è servito fino ad un certo punto. La protesta della madre è verso la situazione nella quale si è arrivati, noi non dovevamo fare un appello bis per decidere quello che è già stato accertato. Una ragazza che aveva un disturbo della personalità borderline grave come si può pensare che abbia avuto un rapporto consensuale con il suo omicida? In più dobbiamo considerare l’utilizzo di sostanze stupefacenti. Stiamo discutendo su questo: mentre a livello giuridico si può arrivare a capire il tecnicismo, agli occhi di un genitore è qualcosa di inspiegabile.
La Corte non ha fatto altre che chiedere ad imputato se fosse stato presente oppure no. La Corte ha seguito le regole. Se per gli addetti ai lavori è qualcosa normale, per chi non lo è sembra una gentilezza. La critica è generale nei confronti di un sistema che sembra dare mille garanzie all’imputato e non avere le stesse accortezze nei confronti delle vittime. Arriva messaggio di sbilanciamento.
Riguardo all’ipotesi che Oseghale abbia agito da solo. “Oseghale nell’uscire dall’udienza è venuto a contatto con il pubblico, si può immaginare la tensione perché in prima fila c’erano la madre e le amiche di Pamela. Sembra che lui abbia detto: “Basta con questo accanimento giudiziario”. Non c’è stato modo di capire se si è detto ulteriormente.
Oseghale ha sempre dichiarato di non aver fatto mai qualcosa di simile sul corpo umano e neanche sugli animali. Allora la domanda è: se tu hai la freddezza di aver fatto quello che è stato un unicum, meriti la cattedra di medicina legale. O Oseghale è un genio e gli andrebbe conferita la cattedra di medicina legale oppure non ha agito da solo”.
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