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In atto campagna mediatica contro i lupi? La denuncia dell'associazione La Lupus in Fabula – CentroPagina

In atto campagna mediatica contro i lupi? La denuncia dell'associazione La Lupus in Fabula – CentroPagina

By Redazione

due lupi (Foto Rain Carnation da Pixabay)
due lupi (Foto Rain Carnation da Pixabay)

FANO – «Un cinghiale mangiato per metà da un lupo? Una non-notizia che fa comodo soltanto ai cacciatori». A denunciare la campagna denigratoria in atto contro i lupi è l’associazione La Lupus in Fabula che sostiene che da mesi sia in atto una disinformazione volta solamente a demonizzare i lupi e creare un clima di paura. Sintomatico di quando sostenuto dall’associazione ambientalista fanese l’ultimo episodio salito alla ribalta della cronaca riguarda in effetti la normale predazione di un ungulato ad opera di un branco di lupi.

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«Da diversi mesi è in atto una campagna denigratoria contro il lupo, una specie selvatica protetta dall’Unione Europea che ha avuto negli ultimi 50 anni una notevole crescita numerica, dopo che negli anni 60/70 era sull’orlo dell’estinzione – riferisce l’associazione -. La cattiva fama del lupo trova le fondamenta in paure ancestrali ma anche un una pessima informazione. Tra i principali artefici di notizie allarmistiche, volutamente contraddittorie, se non addirittura false ci sono i cacciatori, che trovano come preziosi alleati alcuni allevatori e come complici alcuni giornalisti che in maniera acritica, riportano qualsiasi dichiarazione senza verificarne l’autenticità e senza il minimo contraddittorio».

La Lupus punta il dito senza mezzi termini contro cacciatori, allevatori e cronisti evidenziando come le cronache siano sempre riferite in maniera poco oggettiva e con l’intento di evidenziare la pericolosità della specie selvatica: «Per il mondo venatorio il lupo è un competitore, perché caccia gli stessi animali (cinghiali, caprioli) che sono oggetto di interesse da parte dei seguaci di Diana. Pertanto, ogni occasione è buona per diffondere voci o fatti che di per sé non rappresenterebbero una notizia se non ci fossero giornalisti accondiscendenti. Né una notizia potrebbe causare allarme e apprensione se le vicende non fossero gonfiate o enfatizzate e se si fornissero le dovute informazioni scientifiche. Ma invece accade che se un branco di lupi uccide un cinghiale in aperta campagna tra Montefelcino e Fontecorniale, i lupi avrebbero teso un “agguato” e il “povero” cinghiale “è stato divorato praticamente per metà” ed “era talmente malridotto che non si poteva più capire se fosse maschio o femmina”. Poi i lupi sferrano “agguati famelici di cui fanno le spese anche i cani da caccia”. A raccontare questa “non notizia” è un gruppetto di cacciatori che probabilmente stava facendo una battuta di caccia proprio al cinghiale. Un cinghiale che quindi è “povero” solo quando viene mangiato dal lupo, mentre probabilmente è un aspirante suicida quando invece viene trafitto dai pallettoni dei cacciatori. Il lupo, invece, evidentemente non conosce il bon ton, visto che mangia il cinghiale in maniera disordinata e nemmeno per intero. Ma il lupo sarebbe talmente cattivo che per difendersi da mute di cani, che vengono mandati nella “macchia” dai cacciatori, prevale nel confronto e magari ne uccide o ferisce qualcuno».

Concludono: «Morale della storia: il lupo mangia i cinghiali per nutrirsi, i cacciatori uccidono i cinghiali per divertimento, per passatempo e per mero tornaconto economico, ma a differenza dei cacciatori il lupo preferisce stare lontano dai mass media perché giustamente non si fida nemmeno di loro».

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