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Giorno della Memoria, medaglie d'onore a sette internati – Cronache Ancona

Giorno della Memoria, medaglie d'onore a sette internati – Cronache Ancona

By Redazione

ANCONA – Domani mattina a Palazzo del Governo le consegnerà il prefetto ai familiari dei militari deportati nei lager nazisti e insigniti del riconoscimento. Per l’occassione sarà visitabile anche la mostra di sculture di Angelo Melaranci

26 Gennaio 2023 – Ore 11:38

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La prefettura di Ancona (foto d’archivio)

Giorno della Memoria, nella Prefettura di Ancona il conferimento delle medaglie d’onore conferite dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti. Domani, venerdì 27 gennaio, alle ore 10.30, il prefetto di Ancona Darco Pellos consegnerà, nel Palazzo del Governo, i riconoscimenti a sette cittadini della provincia, militari e civili deportati ed internati nei campi di concentramento nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Sono Vincenzo Domesi, militare internato a Forstemberg/oder Lager IIB dal 12 settembre 1943 al 29 luglio 1945; Ugo Gioacchini, militare internato in Germania dall’8 settembre 1943 al 14 luglio 1945; Armando Marcantoni, militare internato in Albania o Montenegro dal 10 gennaio 1944 al 18 dicembre 1944; Nello Matteucci, militare che risulta nell’elenco degli imbarcati sul piroscafo Oria, successivamente affondato, dal 26 gennaio 1944 al 11 febbraio 1944; Adamo Pietrini, militare internato nello Stalag Iiid, Arbeitskommando, Stalag IXC, Arbetiskommando dal 08 settembre 1943 all’8 maggio 1945; Augusto Pietrini, militare internato nello Stalag in Prussia, Stalag XII A in Austria dal 08 settembre 1943 all’8 maggio 1945; Mario Tordini, militare internato nello Stalag VI C, Stalag IX A, Kassel Waldau nella Fabbrica Fieseler Werke dall’11 settembre 1943 al 23 novembre 1945. Alla manifestazione per la Giornata della Memoria parteciperanno le autorità civili e militari e i familiari degli insigniti.

Le sculture di Angelo Melaranci in mostra in Prefettura

LA MOSTRA – Per l’occasione, presso la Sala del Pianoforte della Prefettura di Ancona, saranno esposte le opere “I volti della Memoria” dello scultore Angelo Melaranci. La visione delle opere sarà possibile dal 30 gennaio al 4 febbraio prossimo dalle ore 10 alle ore 12. Per ricordare a volte è necessario fermarsi, spogliandosi della frenetica quotidianità e vestendosi di panni sdruciti, segnati dagli stenti e dalle torture, gelidi come la neve di Auschwitz, come le mura granitiche di Mauthausen, come gli sguardi vuoti dei deportati. Visitando questa mostra ci immergiamo nella memoria di tempi neanche troppo lontani da noi ma così terribili da sembrarci quasi irreali e lo facciamo attraverso la materia scavata delle sculture di Angelo Melaranci. Angelo conobbe alcuni anni fa Manuela Valletti che gli raccontò la storia di suo padre Ferdinando. Ferdinando Valletti, nel 1944 viene caricato su un treno merci alla stazione di Milano, al binario 21 per aver partecipato ad un grande sciopero generale.

Da quel momento inizia il lungo viaggio, prima diretto al campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, poi a quello di Gusen. Sul foglio di trasferimento qualcuno aveva appuntato che oltre ad essere un dipendente dell’Alfa Romeo era anche calciatore del Milan e fu così che la salvezza si presentò nella forma di un pallone. Lui stesso raccontò di come le Ss gli parlassero di calcio mentre nell’aria si sentiva solo odore di morte. Lo fecero giocare a calcio, per il loro divertimento, e fu solo per questo che Ferdinando Valletti sopravvisse potendo raccontare la sua terribile storia, lui, che all’arrivo ai campi era un giovane di 70 chili si ritrovò a pesarne 39…però era vivo e poté tornare a casa. Ferdinando Valletti viene rappresentato con accanto il pallone da calcio che gli salvò la vita, lo lambisce quasi imprigionandolo il filo spinato, in primo piano una valigia, simbolo dell’ultimo viaggio che fecero milioni di deportati.

Le sculture in ceramica lavorate da Angelo Melaranci assumono forme languide, allungate come se fossero l’ombra di se stesse, perché forse questo erano gli uomini, le donne, i bambini nei campi di concentramento: ombre impalpabili, svuotate, disperate. Lo scultore ci mostra volti segnati dalla fame, scavati dal lavoro e dalle torture, volti bucati, svuotati della loro dignità ma allo stesso tempo esili figure che rivolgono lo sguardo al cielo, che cercano una luce, una speranza. Osservando le sculture di Angelo Melaranci il vortice della storia con i suoi cicli, i suoi corsi e ricorsi, si ferma e si inchina di fronte al dolore che nei volti e nelle figure diventa tangibile, reale. La mostra consente di intraprendere un viaggio; un viaggio nella memoria che ci aiuti a non dimenticare mai ciò che è stato.

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