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Ospedali delle Marche, il grande bluff della giunta Acquaroli – Cronache Ancona

Ospedali delle Marche, il grande bluff della giunta Acquaroli – Cronache Ancona

By Redazione

L’INTERVENTO di Claudio Maria Maffei – L’esecutivo regionale non ha mai fatto una classificazione ufficiale e non c’è nessun atto che dica per tutte le strutture, attuali e in costruzione, quali siano le discipline di cui ognuna di esse dispone e disporrà. L’assurdo è che a tutti si promette un mantenimento o un potenziamento di quello di cui oggi i vari nosocomi pubblici dispongono almeno sulla carta. Il “miracolo” di Pergola

22 Gennaio 2023 – Ore 15:08

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Classificazione di alcuni ospedali delle Marche tra cui quello di Pergola (Fonte: aggiornamento masterplan di edilizia sanitaria della Regione Marche, Delibera 140/2022)

di Claudio Maria Maffei*

Per rendersi conto di quanto la giunta stia bluffando sugli ospedali pubblici delle Marche bisogna partire da alcune informazioni di base, noiose ma indispensabili. La prima riguarda la definizione di “ospedale”. Per la normativa nazionale un ospedale è una struttura di ricovero che ha due caratteristiche fondamentali: è organizzata per reparti di un elenco ufficiale di discipline e ha la copertura (o guardia) medica nelle 24 ore e cioè c’è sempre un medico in servizio. Quindi per evitare equivoci gli ospedali di comunità non sono ospedali nel “vero” senso del termine visto che non hanno né reparti né guardia medica interna.

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Claudio Maria Maffei

Gli ospedali si dividono poi in ospedali “per acuti”, che possono ricoverare pazienti che hanno malattie insorte o riacutizzatesi di recente o pazienti che debbono fare interventi programmati, e in ospedali “della post-acuzie” che ricoverano pazienti in dimissione dai reparti per acuti. Questa seconda tipologia di ospedale ha reparti di lungodegenza o di riabilitazione o tutti e due. Gli ospedali per acuti hanno anche una attività di pronto soccorso che gli ospedali della post-acuzie non hanno. Infine gli ospedali per acuti debbono essere classificati in base alla attività che svolgono e quindi ai reparti che hanno in ospedali di base, di primo e secondo livello. Sono tutti ospedali dotati di pronto soccorso autonomo con un numero di reparti crescente da quello di base (che ha i reparti di Medicina interna, Chirurgia generale e Ortopedia con un servizio di Anestesia che copre le 24 ore) a quello di secondo livello che ha tutti reparti compresi quelli di alta specialità come la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la chirurgia toracica, ecc. Il tipo di ospedali più diffuso è quello di primo livello – come quello di Macerata e quello di Civitanova– che oltre ad avere tutti i principali servizi (come la Radiologia e il Laboratorio Analisi) e un Pronto soccorso con posti letto di Medicina d’urgenza dovrebbe avere i reparti di Medicina Interna, Chirurgia Generale, Terapia Intensiva, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia Pediatria, Cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (Utic), Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria e Urologia.

Ogni Regione in base alla normativa deve dichiarare e classificare tutti i propri ospedali sapendo però che ci sono limiti precisi da rispettare sia per il numero di ospedali che per il numero di reparti. Ad esempio di ospedali di primo livello le Marche dovrebbero averne al massimo 10 essendo previsto un ospedale di primo livello ogni 150.000 abitanti al massimo (invece sono, a parole e non ufficialmente, almeno 13). Se poi ci sono aree interne con pochi abitanti, ma lontane dagli altri ospedali, è possibile servirle con un particolare tipo di ospedale che si definisce di area disagiata con un reparto di 20 posti letto di medicina generale, una attività chirurgica solo programmata per interventi di bassa complessità e un pronto soccorso. La Giunta di centrodestra questa classificazione ufficiale non l’ha mai fatta e non c’è nessun atto ufficiale che dica per tutti gli ospedali delle Marche (attuali e in costruzione) quali siano le discipline di cui ognuno di essi dispone e disporrà. L’assurdo (e qui sta il bluff) è che a tutti la Giunta promette un mantenimento o un potenziamento di quello di cui oggi i vari ospedali pubblici dispongono almeno sulla carta. Ancora più assurdo è il fatto che la Giunta sta programmando gli interventi edilizi e gli investimenti tecnologici senza avere deciso, rispettando la normativa, quanti saranno gli ospedali pubblici delle Marche e cosa dovranno fare.

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1 Elenco degli ospedali pubblici delle Marche, vedi prima colonna a destra (Fonte: delibera della Regione Marche 1615/2022)

Si sa per certo però che già oggi gli ospedali delle Marche non riescono a funzionare bene per i troppi reparti dispersi in troppi ospedali (nella Tabella 1 c’è l’elenco degli attuali ospedali che si modificherà quando il Salesi sarà integrato a Torrette e ci sarà il nuovo Inrca nell’area a sud di Ancona, ospedale in cui confluirà anche l’attuale ospedale di Osimo). Questo bluff fa comodo alla Giunta che intanto senza dare nell’occhio classifica a modo suo, e quindi come gli conviene, gli ospedali un pezzo alla volta come si vede nella Tabella 2 tratta dal programma di Edilizia sanitaria della Regione. In questa tabella Pergola viene promosso a ospedale di base mentre in base alla norma e ai precedenti atti della Giunta Ceriscioli era classificato come ospedale di area disagiata. Tradotto in pratica vorrebbe dire prevedere a Pergola un Pronto soccorso autonomo, un reparto di Chirurgia Generale, un reparto di Ortopedia e un servizio di Anestesia con copertura delle 24 ore e cioè tutte attività che oggi non ha e che molti ospedali più grandi delle Marche oggi solo con enormi difficoltà riescono a mantenere. Nella stessa tabella l’ospedale di Civitanova viene classificato di primo livello anche se manca di alcuni reparti previsti per questo tipo di ospedale come la Neurologia. Il miracolo della trasformazione di Pergola (Comune con meno di 7.000 abitanti) in ospedale di base (che dovrebbe servire una popolazione di minimo 80.000 abitanti) probabilmente è stato ottenuto grazie al fatto che l’Assessore ai Lavori pubblici della Regione Francesco Baldelli è stato per due mandati sindaco di Pergola. Miracoli della politica.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

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