All’evento, organizzato a Monza, ha preso parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome va istituzionalizzata. Il suo ruolo di coordinamento e di mediazione politica tra interessi territoriali e nazionali, ispirato alla leale collaborazione tra organi dello Stato, deve essere riconosciuto ufficialmente. à quanto chiedono Regioni e Province autonome che hanno firmato lâIntesa per conferire, dopo quarantâanni dalla sua fondazione, una veste giuridica allâorganismo. La cerimonia ufficiale si è svolta a Villa Reale di Monza, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nellâambito del Festival delle Regioni che si è svolto ieri e oggi tra Milano e Monza. Il documento, vero atto fondativo di questa nuova veste istituzionale, è stato firmato dai presidenti di tutte le Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Definisce gli obiettivi, i compiti, la composizione, le modalità di lavoro e lâamministrazione della Conferenza stessa.
Nel corso di una audizione al Senato, nellâambito dellâiter della legge di bilancio per il 2022, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome aveva espresso lâesigenza di una normativa che regolasse il proprio funzionamento e stabilisse le proprie prerogative.
âLa Conferenza ha dimostrato, nel corso di quaranta anni di storia, di saper interpretare il ruolo delicatissimo di composizione e mediazione istituzionale â ha detto Acquaroli â Chiediamo un riconoscimento costituzionale e legislativo della Conferenza quale organo della Repubblica essenziale per valorizzare il decentramento e il protagonismo delle Regioni e delle Province autonome, salvaguardando le autonomie speciali previste dai rispettivi statuti e consolidando, anche attraverso il rafforzamento delle autonomie, la capacità amministrativa e di interlocuzione con il Governo centraleâ.
Acquaroli ha poi evidenziato come sia importante che un rapporto, quello tra le Regioni, âche da tanti anni contraddistingue il dibattito politico e istituzionale nel nostro Paese, possa acquisire una forma compiuta. Credo che sia anche importante oggi innescare un processo di riforma dello Stato che possa consentire ai territori di espletare al meglio le loro capacità di competitività e la loro vocazione allo sviluppo, mentendo però ferma e unita la visione integrale della nostra Nazione. à necessario uno Stato forte che riesca a dare maggiori risposte ai territori e contraddistinto da maggiore capacità di mettere in condizione questi territori di svilupparsiâ. Commentando le due giornate del festival delle Regioni, di Milano e Monza, Acquaroli ha sottolineato che si è trattato di âunâoccasione importante che ci ha consentito di fare il punto della situazione e di guardare a questa fase come a una fase piena di opportunità , non solo per il Pnrr e la nuova programmazione europea, ma anche per questo dibattito sulle Regioni che può produrre novità finalmente anche dal punto di vista istituzionale Le Regioni, come riconosciuto dal Presidente della Repubblica nel suo intervento qui a Monza, hanno dato un grande contributo nella fase della pandemia e non solo. Stanno riscoprendo una centralità anche perché riescono a fare una sintesi che molto spesso, in questi anni, non è avvenuta. Spero veramente che, con il nuovo governo nazionale, si possa dare un impulso a questa fase di costruzione di una nuova visione dello Stato, dove lo Stato possa assecondare, fino in fondo, per il tramite della semplificazione e della filiera istituzionale, la sfida del rilancio dellâItalia, che ha bisogno, sotto tanti punti di vista, infrastrutturale, sociale ed economico, di risposte concreteâ.
Lâintesa firmata dai presidenti, ai sensi dellâarticolo 117 della Costituzione (ripartizione della competenza legislativa tra Stato e Regioni), disciplina finalità e composizione della Conferenza, gli organi previsti, lâorganizzazione e il funzionamento, conferendo le attività di segreteria al Cinsedo (Centro interregionale studi e documentazione), già finanziato dalla Regioni e dalla Province autonome.