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Casa bassa, Ballarin e nautofono: Gino Troli :”Stiamo perdendo tutto il patrimonio del passato” – Riviera Oggi

Casa bassa, Ballarin e nautofono: Gino Troli :”Stiamo perdendo tutto il patrimonio del passato” – Riviera Oggi

By Redazione

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una città senza passato è una citta senza futuro. Non si è riusciti a tutelare la “casa bassa” di via Degli Orti, ultima testimonianza di un’architettura, tipica della civiltà marinara che è elemento identitario della nostra città. Sono cominciati i lavori di demolizione del tetto e degli interni per trasformare l’antico manufatto, in un confotevole modulo abitiativo, orpellato da un  marketing grossolano. Si è scelto di pagare un grande architetto per riqualificare il Ballarin, ma prioprio nell’anno del centenario, l’Amministrazione Comunale  decide di demolire la Curva Sud, e con essa tutta la memoria dei fasti calcistici della Samb, ma anche della tragedia del rogo. Tutto solo  perchè mantenerla secondo il progetto di Canali sarebbe costato troppo,  più della metà dei fondi intercettati dalla precedente amministrazione.

Abbiamo intervistato Gino Troli, presidente del Circolo dei Sambenedettesi,  che insieme ad altre associazioni aveva costituito il Comitato per la Tutela della Casa Bassa sambenedettese.

 “Il  Circolo dei Sambenedettesi, insieme ad altre associazioni  tra le  quali il  FAI, ha  fatto una battaglia, che  purtroppo ha perso,  per la conservazione della casa Bassa Sambenedettese.  Cosa non è andato esattamente? “

“Noi abbiamo cercato insieme alle altre associazioni che hanno partecipato a questa battaglia di tutela della casa bassa, di sollevare la questione e parlare ai sambenedettesi,  perché fossero loro i primi difensori di questo patrimonio. Non va dimenticato che stiamo parlando di una casa dell’Ottocento, il fattoche sia  povera è un discorso secondario. Anche i sassi di Matera sono poveri però sono stati Tutelati. Il  fatto che non si tratti  di un palazzo signorile, ma del luogo dove vivevano le famiglie dei pescatori, non vuol dire  dire che valga meno. Quindi la battaglia era questa:  dire che è un luogo simbolico della vita quotidiana del settore principale che ha trainato questa città, quello della pesca, andava tutelato e salvaguardato e magari fatto diventare un museo della casa. La città forse non l’ha capito, come non hanno capito le istituzioni, a cominciare dalla Soprintendenza, perché ci chiediamo, come mai non si è intervenuta su questa questione. La casa oramai è stata completamente sfaldata, chi passa in via degli Orti lo può constatare, non c’è quasi più. È vero che faranno un recupero ma non è un recupero filologico. Si trasforma una casa che ha fatto la storia in un appartamento privato; non mi pare un grande risultato e per la città: non per noi. Noi ci  siamo messi a disposizione, poi  è San Benedetto che deve riflettere sul fatto che stiamo perdendo tutto quello che è il patrimonio del passato di questa città. “

“Lei è stato assessore alla cultura San Benedetto, ed assessore regionale, quindi un po’ di esperienza di amministrazione ce l’ha. Che cosa avrebbe potuto fare  in questo caso l’Amministrazione che invece non è stato fatto per tutelare la casa bassa?”

 “Andava acquistata a tempo debito,  quando era sul mercato che forse era il momento migliore per comprarla ad  una cifra adeguata.  Poi per svilupparla come come luogo della memoria ci sarebbero stati fondi tipo il PNRR o di altri finanziamenti che potevano essere cercati per farla diventare un Museo della Casa Sambenedettese. Questo non è stato fatto forse perché si è sottovalutato il valore di quel manufatto e quindi oggi piangere sul latte versato mi sembra inutile”

“A proposito di memoria, verrà abbattuta la Curva  Sud del Ballarin. Sono passati diversi mesi durantei quali  ci sono stati  vari colloqui con l’architetto Canali.  Era necessario pagare un archistar,  per poi abbattere la Curva Sud e tutto quello che rimane della memoria  di quello stadio?”

“Sono rimasto molto perplesso di fronte ad un fatto fondamentale, capisco che c’è un problema di risorse che non bastano per il recupero completo di quell’area, però  non si viene a San Benedetto a presentare un progetto in cui il cuore è la curva trasformata in giardino con una cascata di acqua ,  se poi il risultato finale è che la stessa curva che era il cuore di quel progetto viene abbattuta senza problemi. Al di là del valore sentimentale che ha la curva e del valore anche simbolico per quello che rappresenta nella storia della tragedia che ha colpito il Ballarin e le persone scomparse,  c’è un problema anche di leggibilità del progetto. Oggi quel progetto mi sembra illeggibile. E’ vero che verrà presentato in questa nuova versione ma proprio mi pare che il cuore  del progetto dell’architetto Canali  cxd\\\\\venga perduto. Ci si spieghi perché si va a fare nell’arco di qualche mese un progetto opposto a quello che era stato presentato alla città.”

“Ultima domanda:  Il noautofono in fondo al Molo Sud. Era stato era stato assicurato dall’Amministrazione che sarebbe stato recuperato e rimesso al suo posto. Che fine ha fatto?”

“Io non ne ho  notizia. Ho saputo dal museo che ancora non è arrivato e non so dove è stato depositato. Ho sempre detto che un nautofono che non  sta al suo posto  e non svolge la sua funzione storica,  diventa un oggetto quasi insignificante, ma meglio tenerlo piuttosto che eliminarlo. Dal punto di vista proprio dell’oggetto, il museo dovrebbe valorizzarlo in qualche modo, però vorrei sapere a che punto è questa operazione di conservazione presso il museo del vecchio nautofono”

Copyright © 2022 Riviera Oggi, riproduzione riservata.

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