Aborto, l'Aied sullo stop alla convenzione con la sanità picena: «Disponibili per gli ospedali in cui non è garantito» – CentroPagina
5 Gennaio 2023
L’Aied, Associazione Italiana Educazione Demografica, interviene sullo stop alla convenzione da parte della sanità picena, per l’interruzione volontaria della gravidanza. A parlare è la dottoressa Marina Toschi ginecologa Aied, l’associazione protagonista in Italia di numerose battaglie per i diritti. La convenzione, attiva ormai da alcuni anni, cesserà il 31 gennaio, nel frattempo il servizio di interruzione di gravidanza hanno iniziato a praticarlo i ginecologi dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno.
La dottoressa Toschi però esprime preoccupazione, in quanto c’è smarrimento tra le pazienti che erano abituate a rivolgersi ai servizi di ascolto e di risposta telefonica via cellulare e di effettuazione settimanale di IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) dell’Aied. «Vorremmo che fosse garantito lo stesso approccio e gli stessi tempi rapidi di risposta» dice, evidenziando «è più che giusto che i medici del servizio pubblico portino loro avanti il servizio per l’interruzione di gravidanza, ma vorremmo essere certe che colleghi di Ascoli e San Benedetto utilizzeranno tecniche rispettose delle donna e della loro futura fertilità come quelle che utilizziamo noi da sempre, ossia il metodo Karman (dilatazione ed aspirazione con cannule di plastica) eseguito in anestesia locale, meno invasiva di quella generale, che anche se non amata da tutte. È importante consentire alla donna la scelta se essere più presente a quello che sta succedendo e di avere una ripresa immediata, oppure di avere la anestesia generale».
La ginecologa spiega che Aied pratica l’interruzione volontaria di gravidanza secondo la legge 194, ovvero «fino a 90 giorni» dalla ultima mestruazione «come previsto quindi, anche se una donna arriva da noi all’89esimo giorno, in quel caso le facciamo un certificato urgente, non sappiamo come sarà ma speriamo che anche all’ospedale di Ascoli d’ora in poi sarà così. Ora nella maggior parte degli ospedali delle Marche quando la gravidanza è sopra le 11 settimane di amenorrea viene inviata a noi».
L’altra questione posta sul tavolo dall’Aied è quella dell’aborto medico che «i colleghi dell’ospedale di Ascoli Piceno hanno giustamente iniziato a praticare da circa 2 anni, ma al momento non risulta esserci un percorso medico assistenziale che vede un accordo con i consultori o con i colleghi del territorio che si occupano delle certificazioni per richiedere l’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza, ndr) tanto che il consultorio non sapeva che avessero iniziato a praticare l’aborto farmacologico (2 pillole abortive). Serve una maggiore integrazione tra ospedale e territorio. Ben venga però che il servizio pubblico faccia il suo mestiere, siamo per la sanità pubblica, ma vogliamo garanzie per le donne».
Con la fine della convenzione, i medici Aied si mettono «a disposizione degli ospedali marchigiani che non praticano l’interruzione volontaria di gravidanza – dice Marina Toschi -: l’ospedale di Fermo ad esempio non l’ha mai eseguita dal ’78 ad oggi, mentre in quello di Civitanova Marche sappiamo che il servizio ha problemi con il collega che le praticava finora, così come ad Ancona. Noi abbiamo sempre ricevuto donne da diverse zone delle Marche e non solo, inclusa Ancona dove il servizio è stato delegato a Villa Igea. Ma anche qui ci riferiscono che ci sono alcune difficoltà. Non c’è competizione con il servizio pubblico – puntualizza – siamo disponibili a mettere a disposizione la nostra esperienza e collaborazione dove c’è bisogno. Soprattutto chiediamo con AGITE e AOGOi (associazioni ginecologi territoriali e ospedalieri italiani) di mettere in atto entro questo anno la formazione del personale sanitario sull’aborto medico ancora poco praticato in tutte le Marche. Incontreremo a tale proposito l’assessorato alla Sanità della Marche la prossima settimana».
[the_ad_placement id=”posizione-manuale”]